L’ex ministro del Tesoro al corso di alta formazione politico – istituzionale ospitato a Settignano
“Bisogna intervenire sulla struttura produttiva del Paese, toccare il settore della pubblica amministrazione, la scuola, la giustizia e ridurre la spesa corrente. Altrimenti un’uscita dalla crisi è improbabile. Più liberalizzazioni e privatizzazioni per tornare a crescere”.
Lo afferma Piero Barucci, ex presidente dell’Abi e di Mps, oggi commissario dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, intervenendo a Eunomia Master 2013, il corso di alta formazione politico – istituzionale ospitato a Settignano (Firenze). L’ex ministro ha partecipato ad una lezione dedicata al tema “Gli investimenti al tempo del patto di stabilità”. In cattedra anche Sandro Momigliano, responsabile Divisione finanza pubblica della Banca d’Italia. A coordinare l’incontro, il vicesindaco di Firenze Dario Nardella, direttore dell’associazione Eunomia.
Il difficile periodo economico attraversato dal Paese è il punto di partenza della riflessione di Barucci. Per uscire dal tunnel “serve aumentare la produttività”. “Su questo fronte – spiega il commissario dell’Agcm – siamo fanalino di coda in Europa. L’Italia non cresce da 15 anni. La produttività si alza facendo gli investimenti giusti. C’è la necessità di rispettare un vincolo di bilancio, ma anche un equilibrio sociale, cosa difficile a farsi perché la rabbia della gente è tanta”.
Tra le riforme da mettere in campo secondo Barucci ci sono le liberalizzazioni. “Liberalizzare e privatizzare dovranno essere le parole d’ordine – continua Barucci – anche se delle aziende pubbliche resta ben poco da privatizzare. E anche le grandi aziende locali hanno bilanci che non consentono questa operazione”. Secondo Barucci si potrebbe intervenire anche attraverso dismissioni del patrimonio immobiliare pubblico: “Un problema – conclude – che ci portiamo dietro da anni, sono invecchiato sperando di venderlo”.