“Si pensa che il patrimonio culturale del Paese, anche in vista della crescita economica che potrebbe comportare, oggi sia al centro dell’attenzione di tutti. Forse non è ancora così, anche se si sta diffondendo nel Paese – ne è prova il Manifesto per la cultura redatto dai tre Ministri Ornaghi, Passera e Profumo e pubblicato sul Sole 24 Ore – la consapevolezza di quanto sia decisivo per i nostri territori l’identità culturale e l’esempio che ci viene dall’Europa dove si rivelano vincenti i territori fortemente caratterizzati. In questo il nostro patrimonio culturale può rappresentare un elemento decisivo che va giocato non solo in chiave difensiva ma come occasione di sviluppo”.
Lo ha affermato il sottosegretario ai Beni Culturali Roberto Cecchi, intervenendo stamani in veste di docente a Eunomia Master, corso di alta formazione politico istituzionale ospitato a Villa Morghen a Settignano (Fi).
Cecchi ha preso parte alla lezione “Paesaggio, patrimonio culturale e urbanistica” a fianco del docente dell’università di Firenze Duccio Maria Traina.
Cecchi parla anche del patrimonio museale del Paese. “In Italia sono 424 i musei statali, visitati da 37 milioni di persone: il 50% dei visitatori però entra solo in 8 musei. Visto che l’80% del costo di un museo è dato dalle spese del personale, qualcuno potrebbe, sbagliando, dire: ‘Valorizziamo solo i musei più visitati e gli altri regaliamoli, vendiamoli, annettiamoli ad altri musei’. Finora si è polarizzata l’attenzione sulle realtà che già funzionano, occorre, invece, spostare l’attenzione, attraverso sistemi che funzionino a rete, su tutto il nostro patrimonio museale. A Firenze ad esempio accanto agli Uffizi – i più visitati – è situato lo straordinario Museo del Bargello, che va valorizzato e fatto conoscere”.
Scambio di battute con il professor Traina sul ruolo e l’importanza delle Sovrintendenze. Per Traina le Sovrintendenze “sono sovraccaricate di lavoro a fronte delle risorse di cui dispongono e quindi rappresentano un collo di bottiglia in cui devono passare tutti i progetti nelle aree vincolate, la maggior parte del territorio toscano. Occorre valorizzare l’istituto dell’autorizzazione semplificata già previsto dall’ordinamento, reimpostandolo tuttavia in modo da conseguire risultati di semplificazione maggiori rispetto a quelli deludenti conseguiti fino ad oggi. Il decreto legge sulle Semplificazioni prevede sul punto un nuovo intervento del governo e si confida che l’occasione non vada persa”.
Cecchi rivendica anche il ruolo importante delle Sovrintendenze statali per la salvaguardia del territorio e del paesaggio, anche in funzione di argine contro l’abusivismo. “Le Sovrintendenze vanno garantite: se non ci fossero ci troveremmo di fronte ad un solo soggetto decisore con grave danno sia per le funzioni di tutela e valorizzazione ed in fondo di democrazia”. Cecchi, sulla scorta dell’esempio del Decreto su Roma Capitale suggerisce l’idea di “una conferenza delle sovrintendenze per tutti i grandi eventi che riguardino il territorio nazionale”. “Una sorta di conferenza dei servizi – sottolinea – che decida il piano di valorizzazione anno per anno, in via preliminare e allo stesso tavolo”.
Intervenendo a margine della lezione, sollecitato dai giornalisti Cecchi interviene anche sui lavori per il secondo lotto di Uffizi: “Per quello che ne so si sta procedendo secondo i tempi e le modalità stabilite. È un treno tornato sui binari e arriverà alla stazione in orario”.
Sulle ricerche della Battaglia di Anghiari di Leonardo da Vinci nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio a Firenze: “La Sovrintendenza sta monitorando la situazione, è perfettamente in grado di dire come, dove e perchè ulteriori verifiche si possono fare. Su tutto però deve prevalere la difesa del patrimonio culturale. La tutela del patrimonio non è fatta da valori preminenti, qualsiasi stratificazione è degna di essere preservata e conservata”.