“La crisi in Italia? Per come si è sviluppata, non è stata generata dalle banche”. Lo afferma Giorgio Gobbi, responsabile Servizio Stabilità finanziaria della Banca d’Italia intervenendo a Eunomia Master, il corso di alta formazione politico istituzionale ospitato a Villa Morghen a Settignano.
Accanto a Gobbi,in veste di relatore, presente anche Giovanni Sabatini, direttore generale dell’Abi, per una lezione incentrata sulle regole del sistema bancario e dei mercati finanziari.
“Negli Stati Uniti – ha detto Gobbi – la crisi è stata generata da un sistema finanziario che aveva concesso troppi prestiti alle famiglie e aveva utilizzato questi prestiti per costruire strumenti finanziari troppo disinvolti. In altri paesi europei era determinata da un eccessivo finanziamento delle banche alle settore immobiliare. In Italia nessuno di questi comportamenti anomali si è verificato”. L’origine della crisi, secondo Gobbi, “è arrivata dall’esterno sia nel 2007 che nel 2008. Nel 2011 l’origine della crisi è stato il debito sovrano, il venir meno della fiducia del nostro Stato di far fronte alle proprie obbligazioni”. “Le banche – ha aggiunto – sono state un meccanismo di trasmissione di questa crisi e alcune debolezze non tanto delle banche ma del nostro sistema finanziario hanno fatto sì che lo shock sia stato sentito in maniera più forte, ma sarebbe inappropriato attribuire al settore bancario l’origine della nostra crisi”.
Dello stato di salute del sistema bancario italiano parla invece Sabatini: “Il sistema bancario italiano è in buono stato – dice il direttore generale di Abi – se lo osserviamo sotto il profilo della solidità patrimoniale. Ha proceduto a un processo di rafforzamento patrimoniale nel tempo, altri aumenti di capitale sono in corso. Il problema delle banche italiane è oggi quello del ritorno alla redditività schiacciata anche da un rilevante peso di sofferenza e legato al ciclo economico del paese”.
Sabatini si esprime anche sull’Unione bancaria europea: “L’Unione – dice Sabatini – porterà benefici all’Europa perchè è un passaggio importante di un più generale processo di integrazione che deve essere completato sia sotto il profilo dell’unione fiscale e dell’unione politica. Dal punto di vista delle banche italiane, l’Unione bancaria porterà a una armonizzazione delle regole e quindi a un terreno di gioco realmente livellato sul quale siamo pronti a confrontarci. Sarà però anche necessario che il legislatore italiano, soprattutto quello fiscale, tenga conto delle penalizzazioni nazionali che oggi rendono il terreno di gioco non favorevole per le banche italiane”.