Saldare i debiti arretrati della Pubblica amministrazione alle imprese ricorrendo alle banche e in ultima istanza ai fondi della Cassa depositi e prestiti “non metterà a rischio i risparmi delle famiglie italiane”. Lo afferma l’economista Marcello Messori, docente all’Università Luiss “Guido Carli” di Roma, intervenendo a margine di Eunomia Master, il corso di alta formazione politico – istituzionale organizzato dall’associazione Eunomia, che si è aperto oggi a Villa Morghen a Settignano (Firenze).
L’economista, impegnato in una lezione al fianco del vicepresidente del Parlamento europeo Gianni Pittella dal titolo “Europa: governance e processi decisionali” coordinata dal professor Enzo Cheli, commenta con i giornalisti l’annuncio del presidente del Consiglio Matteo Renzi di sbloccare interamente i debiti arretrati della Pubblica amministrazione nei confronti delle imprese utilizzando i fondi della Cdp.
“Se il primo ministro – afferma Messori – vorrà recepire questo progetto, credo che non ci sia alcun pericolo di mettere a repentaglio o di aumentare la rischiosità dei depositi delle famiglie italiane presso, ad esempio, gli uffici postali”. “L’idea – aggiunge l’economista – è di far subentrare le banche alle imprese che godono di un credito nei confronti della pubblica amministrazione, attuando una ristrutturazione del debito della pubblica amministrazione. Solitamente però queste operazioni hanno un forte costo per i creditori, ossia le imprese, che in gergo si chiama tasso di sconto. L’ingresso della Cdp e la garanzia statale servono a diminuire il costo che tale operazione potrebbe avere per le imprese. E su questo impegno della Cdp potrebbe scattare una seconda garanzia statale, ossia quella stessa che già è prevista per tutti i mutui che la Cdp fa a favore degli enti locali”.