Grillo, la Lega e gli altri movimenti anti – europeisti presenti nel vecchio continente? Paradossalmente fanno bene all’Europa, grazie a loro quelle di maggio saranno le prime elezioni in cui si parla davvero di Ue.
E’ questa la tesi espressa dai politologi Angelo Panebianco, professore all’Università di Bologna, e Leonardo Morlino, prorettore della Luiss di Roma, durante la lezione “Partiti versus Europa”, svolta questa mattina al corso di alta formazione politico – istituzionale Eunomia Master ospitato a Villa Morghen a Settignano (Fi).
“Quelle che si avvicinano – afferma Panebianco – sono le prime elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo in cui si parlerà di Europa. Può sembrare bizzaro ma di Europa non si è mai parlato nelle precedenti consultazioni in nessuno dei Paesi dell’Unione. Finora la campagna elettorale è stata solo incentrata su temi interni: era una sorta di sondaggio mediante il quale si verificavano i rapporti di forza interni ai Paesi membri. Oggi, per la prima volta l’Europa è al centro del dibattito. E questo accade perchè ci sono movimenti che la contestano. Finalmente la Ue diventa un tema su cui i cittadini si confrontano. È un rischio ma anche una grande opportunità per la democratizzazione del continente”.
)
Un’opinione condivisa da Morlino. “Paradossalmente – afferma il professore di Scienza politica – i partiti e i movimenti anti europeisti faranno bene all’Ue se si uscirà dalla crisi economica e se l’Unione Europea sarà capace di innovare, di considerare la crescita dei Paesi uno dei suoi obiettivi principali. L’Europa finora è stata vista soltanto come uno zio arcigno che portava sacrifici che non avevano senso”.
)