“Per uscire dalla crisi servirebbe un Matteo Renzi in ‘versione Maradona’”. Lo afferma Paolo Savona, ex ministro dell’Industria, intervenendo a margine della lezione “Euro: crisi o evoluzione?” svolta oggi pomeriggio a Eunomia Master, il corso di alta formazione politico istituzionale organizzato dall’associazione Eunomia e ospitato a Villa Morghen a Settignano (Firenze).
“Per quanto riguarda la politica monetaria – dice Savona interpellato dai giornalisti sul tema della crisi del Paese – Mario Draghi ha fatto delle acrobazie che si sono celate dietro a una sigla – Omt – ossia l’acquisto di titoli pubblici di Paesi in difficoltà. Un’acrobazia che stava per infrangersi a causa delle posizioni contrarie della Corte costituzionale tedesca ma che per fortuna è stata superata. Renzi invece ha chiaro in mente che gli viene detto di rispettare i parametri europei, il famoso 3%, che deve azzerare. Incombe anche l’applicazione della convergenza al 60% del rapporto debito/Pil e addirittura Barroso ha detto che hanno nominato una Commissione che però non rivelerà i risultati del suo lavoro prima delle elezioni, e questo è preoccupante per la democrazia. Renzi non ha il potere di fare le acrobazie di Draghi, ma può cercare di dribblare come in una partita di calcio, come Maradona, gli avversari per portare la palla in rete. È però un’operazione veramente difficile. Un compito che per certi versi è superiore alle sue forze. Dovrebbe avere alle spalle un Paese solido che purtroppo ancora non c’è”.
Al fianco di Savona, Alfonso Iozzo, già amministratore delegato di San Paolo. Intervistato dai giornalisti a margine della lezione, Iozzo si è mostrato ottimista sul futuro dell’euro.
“La crisi dell’euro – dice – è passata, la battaglia è stata vinta. Mi pare piuttosto che adesso ad essere in difficoltà siano le monete dei cosiddetti Paesi Brics”.
Di Europa e movimenti euroscettici parla invece il Consigliere di Stato Paolo De Ioanna, presente per una lezione sul Fiscal compact insieme alla professoressa di Economia Paola Potestio. “Le forze anti – Euro? Spero che alle elezioni del 25 maggio non vincano – dice – ma quella per l’Europa non è una battaglia di retroguardia”.
“L’Europa così com’è – continua De Ioanna – non scioglie le questioni di fondo. Il diritto, i trattati, la corte di Giustizia, l’enorme impianto giuridico comunitario, da solo non risolvono il tema dello sviluppo europeo”. Una classe politica “autenticamente europeista”, così, per De Ioanna, “dovrebbe riprendere il senso del cammino comune sapendo che non bastano solo i vincoli ma c’è un sacco di aggiustamenti economici che bisogna fare per uscire dai problemi del debito. Gli europeisti devono passare all’attacco, facendo comprendere quale è la linea evolutiva per andare verso un’Europa più amica dello sviluppo”.
La professoressa Potestio si sofferma invece sul tema del fiscal compact. “Una disciplina fiscale che faccia avere i conti in ordine – dice – è necessaria. Ciò che finora non si è fatto abbastanza, però, è coniugare questa disciplina con la crescita”. Secondo la professoressa gli sforzi dell’Europa devono adesso indirizzarsi su questa strada.