“Eccesso di garantismo? Ritengo che i tre gradi di giudizio italiani siano fondamentali perché vengano condannati solo i colpevoli ed assolti solo gli innocenti. Il processo, e sottolineo il processo, è lo strumento per accertare se è stato commesso un reato e sono convinta della necessità di garantire i cittadini finché questo non è terminato. Inoltre, non penso che il diritto penale sia la soluzione a tutti i mali e che parlare di nuove emergenze e intensificare le pene possa funzionare per far diminuire il numero dei reati. A mio avviso, è necessario puntare più che sulla repressione sulla prevenzione, come ad esempio si sta facendo per quanto riguarda l’anticorruzione”. Così Paola Severino, professoressa ed ex-ministro della Giustizia è intervenuta questo pomeriggio a Eunomia master nell’ambito della lezione “Giustizia penale e garanzie”.
Insieme a Severino, si sono confrontati con gli eunomisti il coordinatore dell’ufficio Città sicura del Comune di Firenze ed ex procuratore capo del capoluogo toscano Giuseppe Quattrocchi e la professoressa di Scienza Politica Daniela Piana.
Quattrocchi ha approfondito il tema di come le garanzie costituzionali reggono il singolo istituto processuale, mentre Piana ha parlato del paradosso italiano per cui “da una parte l’Italia ha un ordinamento giudiziale che accoglie le linee guida indicate dal Consiglio di Europa e esemplifica uno dei migliori modelli a livello europeo, dall’altro il nostro Paese registra un livello di efficienze del sistema giudiziario e di fiducia dei cittadini nella giustizia fra i più bassi di Europa”.